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Dall'incontro casuale e fortuito tra il prof. Falco e il disabile pazzerello Baini è nata l'idea di mettere su carta una testimonianza di vita, una riflessione non solo autobiografica sulla dimensione della "diversabilità". Insieme hanno affrontato senza alcun indugio, argomenti sofferti e combattuti nella trincea del pregiudizio quotidiano. Lo hanno fatto con la convinzione che l'handicap non sia una maledizione divina, né tanto meno un marchio attaccato accidentalmente da geni impazziti nelle cellule di persone sfortunate. Il cammino che hanno intrapreso li ha fatti crescere umanamente e culturalmente. In quest'ultima opera hanno provato a ricostruire attraverso un dialogo reale, quanto immaginario, i frammenti di questi anni di attività con le scuole. I contenuti sono veri e genuini anche se messi in una sequenza ideale di un gioco narrativo "speciale".